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Una poesia al giorno

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30 marzo 2007

Mario Luzi, Un brindisi

Donna in Pisa

Non sempre fosti sola con me, spesso guardavi
lunghe feste appassite nei canali
scorrere sotto i ponti inseguite dal tempo,
tra i pampini, tra i prati languidi e il lume
della sera discendere i fondali
e le spire del fiume.

E talvolta era incerto tra noi chi fosse assente:
spesso vedevi i limpidi tornei
snodarsi nelle vie sotto i soli d'inverno,
tra logge, tra fiori fumidi e il gelo
delle mura sospingere i trofei
nella luce d'inverno.

Donna altrimenti - e niente più simile alla vita -
calda d'impercettibili passioni
velata da un vapore di lagrime ideali
nel vento, sui ponti ultimi al fuoco
delle stelle apparivi dai portali,
dietro ai vetri di croco.

 

 

 
     

29 marzo 2007

Federico García Lorca

Acqua, dove vai?

Acqua, dove vai?

Ridendo vado sul fiume
alle rive del mare.

Mare, dove vai?

Risalgo il fiume per cercare
una fonte per riposare.

Pioppo, e tu cosa farai?

Non voglio dirti nulla.
Io...tremare!

Che cosa desidero, che cosa non desidero,
sul fiume e sul mare?

(Quattro uccelli sperduti
sull'alto pioppo stanno.)

 

28 marzo 2007

Eugenio Montale, Ossi di seppia

Cigola la carrucola del pozzo
l'acqua sale alla luce e vi si fonde.
Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
nel puro cerchio un'immagine ride.
Accosto il volto a evanescenti labbri:
si deforma il passato, si fa vecchio,
appartiene ad un altro...
                             Ah che già stride
la ruota, ti ridona all'atro fondo,
visione, una distanza ci divide. 

 

27 marzo 2007

Salvatore Quasimodo

Specchio 

Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell'erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto
piegato sul botro.

E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell'acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c'era.

 

26 marzo 2007

Umberto Saba, Il canzoniere

Lago di montagna

Piccolo lago in mezzo ai monti - il giorno
le calde mucche bevono ai tuoi orli;
a notte specchi le stelle - mi sento
oggi in un brivido la tua chiarezza.

La giovanezza ama la giovanezza.
Due fanciulli qui vennero una volta.
Ti scoprirono insieme occhio di gelo.

 

23 marzo 2007

Ada Negri, Vespertina

Rami di pesco

Ferma al quadrivio, mentre piove e spiove
sotto l'aspro alternar delle ventate
schioccanti come fruste sulle facce
di chi va, di chi viene, una vecchietta
vende rami di pèsco. O Primavera
per pochi soldi! O riso, o tremolio
di stelle rosee su bagnate pietre!
Scompare agli occhi miei la strada urbana
con fango e folla e strider di convogli
sulle rotaie, e saettar nemico
di automobili in corsa. Ecco, e in un campo
mi trovo: è verde, di frumento a pena
sorto dal suolo: pioppi e gelsi intorno
con la promessa delle fronde al sommo
dei rami, avvolti in una nebbia d'oro:
e pèschi: oh, lievi, oh, gracili, d'un rosa
che non è della terra: ch'è di tuniche
d'angeli, scesi a benedire i primi
germogli, e pronti, a un alito di brezza,
a rivolar da nube a nube in cielo.
 

22 marzo 2007

Salvatore Quasimodo

Ariete

Nel pigro moto dei cieli
la stagione si mostra: al vento nuova,
al mandorlo che schiara
piani d'ombra aerei nuvoli
d'ombre e biade:
e ricompone le sepolte voci
dei greti, dei fossati,
dei giorni di grazia favolosi.

Ogni erba dirama,
e un'ansia prende le remote acque
di gelidi lauri ignudi iddii pagani
ed ecco salgono dal fondo fra le ghiaie
e capovolte dormono celesti.

 

21 marzo 2007

Ada Negri, Poesie

La danza della neve

Sui campi e sulle strade
silenziosa e lieve
volteggiando, la neve
cade.

Danza la falda bianca
nell'ampio ciel scherzosa,
poi sul terren si posa,
stanca.

In mille immote forme
sui tetti e sui camini,
sui cippi e sui giardini
dorme.

Tutto d'intorno è pace;
chiuso in oblío profondo,
indifferente il mondo
tace.

 

20 marzo 2007

A. Silvio Novaro

Che dice la pioggerellina di marzo?


Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell'orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d'oro?
 Passata è l'uggiosa invernata,
passata, passata!
Di fuor dalla nuvola nera,
di fuor dalla nuvola bigia
che in cielo si pigia
domani uscirà Primavera
guernita di gemme e di gale,
di lucido sole,
di fresche viole,
di primule rosse, di battiti d'ale,
di nidi,
di gridi
di rondini, ed anche
di stelle di mandorlo, bianche...
Che dice la pioggerellina
di marzo che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell'orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d'oro?
Ciò canta, ciò dice;
e il cuor che l'ascolta è felice.

 

19 marzo 2007

Camillo Sbarbaro, Pianissimo

II

Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi un uomo estraneo
per te stesso egualmente t'amerei.
Ché mi ricordo d'un mattin d'inverno
che la prima viola sull'opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l'appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.

E di quell'altra volta mi ricordo
che la sorella mia piccola ancora
per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia aveva fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguire la tua
piccola figlia, e tutta spaventata
tu vacillando l'attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l'avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo ch'era il tu di prima.

Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi un uomo estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t'amerei.

 

16 marzo 2007

Bertolt Brecht Poesie

Sulla primavera

Molto tempo prima
che ci gettassimo su petrolio, ferro e ammoniaca
c'era ogni anno
il tempo degli alberi che verdeggiavano irresistibili e violenti.
Noi tutti ricordiamo
i giorni più lunghi
il cielo più chiaro
l'aria mutata
della primavera destinata a venire.
Ora leggiamo nei libri
di questa celebrata stagione
e pure da molto tempo
non sono più stati scorti sulle nostre città
i famosi stormi degli uccelli.
La gente seduta nei treni è ancora la prima
a sorprendere la primavera.
Le pianure la mostrano
nell'antica chiarezza.
Certo negli alti spazi
sembrano passare tempeste:
esse toccano soltanto
le nostre antenne.

 

15 marzo 2007

Salvatore Di Giacomo

Primmavera

Guarda: è celeste 'a chella parte 'o cielo,
ma scuro 'o fanno 'e nuvole 'a chest' ata:
llà 'o sole s'arravoglia 'int' a nu velo
niro - e 'a ccà pare na bella iurnata.

E chesta 'a chiamme primmavera? 'O munno,
Nina mia, nun è cchiù chillo ch'è stato:
primmavera sarrà, ma pare autunno:
ll' autunno malinconeco è turnato ...

O pure simmo nuie, ca ce fingimmo
tutte 'e n' ata manera sti staggione.
Si dint' està ce raffreddammo, o ardimmo,
quanno 'o vierno è cchiù friddo, 'e passione?

Nuie simmo, sì: ricordete c' aiere
fuste crudele, e mo te si' pentuta ... 
Povera Nina mia! Quanta penziere
dint' a st' anema toia stracqua e sbattuta!

Mme turmiente - e te piente. E io te turmento,
e mme pento pur' io. Nce appiccecammo:
facimme pace doppo a nu mumento:
e 'a capo, pe nu nniente, accumminciammo ...

E nun sapimmo di' ca nuie, nuie simmo
ca cagnammo stu cielo e sti ghiurnate:
e forse 'a primmavera ca vedimmo
nun è fatta per nuie - forse pe ll' ate ...

 

14 marzo 2007

Marino Moretti

 

La fioritura

 

Scrissi una poesia

tutta di primavera,

piccoletta, leggera,

vibrante d'armonia.

 

Quando l'ebbi finita

sorrisi e la stracciai.
Di quella carta, sai,

feci una gran forita.

 

I pezzetti minuti,

bianchi, cadder nell'orto

e non so che sconforto

ebbi per quei rifiuti.

 

Poi risi: ogni pezzetto

di carta era stellina,

fior di melo, pruina

caduti a mio dispetto.

 

Tornai alla mia lieta

scrivania, rondinotto.

Sentii dire lì sotto:

«Lassù ci sta un poeta».

 

13 marzo 2007

Mogol (+ Battisti)

 

Fiori rosa, fiori di pesco

 

Fiori rosa, fiori di pesco, c'eri tu

fiori nuovi stasera esco, ho un anno di più

stessa strada, stessa porta. Scusa

se son venuto qui questa sera

da solo non riuscivo a dormire perché

di notte ho ancor bisogno di te

fammi entrare per favore solo

credevo di volare e non volo

credevo che l'azzurro di due occhi per me

fosse solo cielo, non è,

fosse sempre cielo, non è

posso stringerti le mani

come sono fredde tu tremi

no, non sto sbagliando mi ami

dimmi che è vero, dimmi che è vero, dimmi che è vero

Dimmi che non siamo stati mai lontani

Ieri era oggi, oggi è già domani

Scusa credevo proprio che fossi sola

credevo non ci fosse nessuno con te

oh scusami tanto se puoi,

signore chiedo scusa anche a lei

ma io ero proprio fuori di me quando dicevo

posso stringerti le mani

come sono fredde tu tremi,

no, non sto sbagliando mi ami

dimmi che è vero, dimmi che è vero...

12 marzo 2007

Rocco Scotellaro, Si è fatto giorno

 

Le viole sono dei fanciulli scalzi


Sono fresche le foglie dei mandorli

i muri piovono acqua sorgiva

si scelgono la comoda riva

gli asini che trottano leggeri.

Le ragazze dagli occhi più neri

montano altere sul carro che stride,

marzo è un bambino in fasce che già ride.

 

E puoi dimenticarti dell'inverno:

che curvo sotto le salme di legna

recitavi il rosario

lungo freddi chilometri

per cuocerti il volto al focolare.

 

Ora ritorna la zecca ai cavalli

ventila la mosca nelle stalle

e i fanciulli sono scalzi

assaltano i ciuffi delle viole.

 

9 marzo 2007

Matteo Maria Boiardo, Canzoniere


Il canto de li augei de fronda in fronda
e lo odorato vento per li fiori
e lo ischiarir de' lucidi liquori,
che rendon nostra vista più ioconda,
son perchè la Natura e il Ciel seconda
costei, che vuol che 'l mondo se inamori;
così di dolci voci e dolci odori
l'aria, la terra è già ripiena e l'onda.
Dovunque e' passi move on gira il viso,
fiamegia uno spirto si vivo d'amore
che avanti a la stagione il caldo mena.
Al suo dolce guardare, al dolce riso
l'erba vien verde e colorito il fiore,
e il mar se aqueta e il ciel se raserena.

 

 

8 marzo 2007

Dante Alighieri, La Divina Commedia
 

Paradiso, Canto XXXIII, vv. 1-21

 

«Vergine madre, figlia del tuo figlio,

umile e alta più che creatura,

termine fisso d'etterno consiglio,

tu se' colei che l'umana natura

nobilitasti sì, che 'l suo fattore

non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l'amore,

per lo cui caldo ne l'etterna pace

così è germinato questo fiore.

Qui se' a noi meridiana face

di caritate, e giuso, intra ' mortali,

se' di speranza fontana vivace.

Donna , se' tanto grande e tanto vali,

che qual vuol grazia e a te non ricorre,

sua disïanza vuol volar sanz'ali.

La tua benignità non pur soccorre

a chi domanda, ma molte fiate

liberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,

in te magnificenza, in te s'aduna

quantunque in creatura è di bontate.»

 

7 marzo 2007

Salvatore Di Giacomo, Ariette e sunette
 

Marzo

 

Marzo: nu poco chiove

e n'ato ppoco stracqua:

torna a chiovere, schiove,

ride 'o sole cu ll'acqua.

 

Mo nu cielo celeste,

mo n'aria cupa e nera:

mo d' 'o vierno ' tempeste,

mo n'aria 'e primmavera.

 

N'auciello freddigliuso

aspetta ch'esce 'o sole:

ncopp' 'o terreno nfuso

suspireno 'e viole...

 

Cartarì...Che buo' cchiù?

Ntiénneme, core mio!

Marzo, tu 'o ssaie, si' tu,

e st'auciello songo io.

 

6 marzo 2007

Salvatore Quasimodo, Nuove poesie
 

Ride la gazza, nera sugli aranci

 

Forse è un segno vero della vita:

intorno a me fanciulli con leggeri

moti del capo danzano in un gioco

di cadenze e di voci lungo il prato

della chiesa. Pietà della sera, ombre

riaccese sopra l'erba così verde,

bellissime nel fuoco della luna!

Memoria vi concede breve sonno;

ora destatevi. Ecco, scroscia il pozzo

per la prima marea. Questa è l'ora:

non più mia, arsi, remoti simulacri.

E tu vento del sud forte di zàgare,

spingi la luna dove nudi dormono

fanciulli, forza il puledro sui campi

umidi d'orme di cavalle, apri

il mare, alza le nuvole dagli alberi:

già l'airone s'avanza verso l'acqua

e fiuta lento il fango tra le spine,

ride la gazza, nera sugli aranci.

 

5 marzo 2007

Anna Achmatova
 

Prima di primavera
 

Prima di primavera c'è dei giorni

che alita già sotto la neve il prato,

che sussurrano i rami disadorni,

e c'è un vento tenero e alato.

 

Il tuo corpo si muove senza pena,

la tua casa non ti par più quella,

tu ricanti una vecchia cantilena,

e ti sembra ancora tanto bella...

 

2 marzo 2007

Golzi - Marrale (+ Antonella Ruggiero)
 

Vacanze romane
 

Roma dove sei, eri con me

oggi prigione tu, prigioniera io.

Roma antica città, ora vecchia realtà

non ti accorgi di me e non sai che pena mi fai.

Va, piove il cielo sulla città,

tu con il cuore nel fango

l'oro e l'argento e le sale da the

paese che non ha più campanelli.

Va, dolce vita che te ne vai

sul lungo Tevere in festa

concerto di viole e mondanità,

profumo tuo di vacanze romane.

Roma bella tu, le muse tue

asfalto lucido, arrivederci Roma.

Monetina e voilà, c'è chi torna e chi va

la tua parte la fai ma non sai che pena mi dai.

Va, Greta Garbo di vanità,

tu con il cuore nel fango

l'oro e l'argento e le sale da the

paese che non ha più campanelli.

va, dolce vita che te ne vai,

sulle terrazze del Corso

vedova allegra, maitresse dei caffè

profumo tuo di vacanze romane.

 

1 marzo 2007

 Adriano Celentano
 

Il ragazzo della via Gluck
 

Questa è la storia di uno di noi

anche lui nato per caso in via Gluck

in una casa fuori città

gente tranquilla che lavorava.

Là dove c'era l'erba ora c'è...una città

e quella casa in mezzo a verde ormai dove sarà?!?

Questo ragazzo della via Gluck

si divertiva a giocare con me

ma un giorno disse:"Vado in città!"

e lo diceva mentre piangeva.

Io gli domando "Amico, non sei contento?

Vai finalmente a stare in città!

Là troverai le cose che non hai avuto qui!

Potrai lavarti in casa senza andar giù nel cortile!"

"Mio caro amico - disse - qui sono nato

e in questa strada ora lascio il mio cuore!

Ma come fai a non capire...

È una fortuna per voi che restate

a piedi nudi a giocare nei prati

mentre là in centro io respiro il cemento!

Ma verrà un giorno che ritornerò ancora qui...

e sentirò l'amico treno che fischia così: wa wa"

Passano gli anni ma otto son lunghi,

però quel ragazzo ne ha fatta di strada

ma non si scorda la sua prima casa

ora coi soldi lui può comperarla...

Torna e non trova gli amici che aveva

solo case su case...catrame e cemento!

Là dove c'era l'erba ora c'è...una città

e quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà?!?

Non so, non so perché continuano a costruire le case

e non lasciano l'erba

e se va avanti così chissà come si farà

come si farà, chissà...