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Una poesia al giorno

     2006 ottobre - novembre - dicembre
2007 gennaio

28 febbraio 2007

 Modugno - Migliacci
 

Nel blu dipinto di blu
 

Penso che un giorno così non ritorni mai più

mi dipingevo le mani e la faccia di blu

poi d'improvviso venivo dal vento rapito

e incominciavo a volare nel cielo infinito...

Volare...oh oh! Cantare...oh oh oh oh!

Nel blu, dipinto di blu felice di stare lassù.

E volavo, volavo felice

più in alto del sole e ancora più su

mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù

una musica dolce suonava soltanto per me...

Volare...oh oh! Cantare...oh oh oh oh!

Nel blu, dipinto di blu felice di stare lassù.

Ma tutti i sogni nell'alba svaniscon perché

quando tramonta la luna, li porta con sé.
Ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli

che sono blu come un cielo trapunto di stelle.

Volare...oh oh! Cantare...oh oh oh oh!

Nel blu, dipinto di blu felice di stare lassù.

 

 

     

26 febbraio 2007

Luigi Tenco
 

Lontano, lontano
 

E lontano, lontano nel tempo

qualche cosa negli occhi di un altro

ti farà ripensare ai miei occhi

a quegli occhi che ti amavano tanto.

E lontano, lontano nel mondo

in un sorriso sulle labbra di un altro

troverai quella mia timidezza

per cui tu mi prendevi un po' in giro.

E lontano, lontano nel tempo

l'espressione di un volto per caso

ti farà ricordare il mio volto

l'aria triste che tu amavi tanto.

E lontano, lontano nel mondo

una sera sarai con un altro

e ad un tratto chissà come e perché

ti troverai a parlargli di me

di un amore ormai troppo lontano.
 

23 febbraio 2007

William Shakespeare, Sonetti


60
 

Come si spingono le onde alla spiaggia ciottolosa

così si affrettano i nostri minuti alla loro fine,

ciascuno cambiando posto con quello che lo precede,

e in affannosa sequela tutti si accalcano in avanti.

La nascita, non appena nel mare della luce,

striscia verso la maturità, e quando ne è coronata,

contorte eclissi combattono contro la sua gloria,

e il Tempo che diede distrugge ora il suo dono.

Il Tempo trafigge la floridezza alla gioventù apposta

e scava parallele sulla fronte della bellezza,

si nutre delle perfette rarità della natura,

e niente sta in piedi se non per la sua falce che lo miete.

E tuttavia contro i tempi a venire starà la mia poesia,

lodando il tuo valore, a dispetto della mano crudele.

 

22 febbraio 2007

Giuseppe Ungaretti, Il porto sepolto

 

Peso

 

Quel contadino

si affida alla medaglia

di Sant'Antonio

e va leggero

 

Ma ben sola e ben nuda

senza miraggio

porto la mia anima

 

21 febbraio 2007

Giulio Cesare Cortese, Li travagliusi ammure...

[Le fegliole che n'hanno ammore]

 

Le fegliole che n'hanno ammore

songo nave senza la vela,

so' lanterne senza cannela,

songo cuorpo senza lo core,

le figliole che n'hanno ammore.

Le fegliole che n'hanno ammante

so' comm'àrvole senza frutte,

so' terrene sicche e asciutte,

che non fanno sciure né schiante,

le fegliole che n'hanno ammante.

Le fegliole che n'hanno ammice

sanno poco che cosa è bene:

quanno po la vecchiezza vene,

s'asciarranno triste e nfelice,

le fegliole che n'hanno ammice.

Zetellucce belle e cianciose,

mo gostate, che tiempo avite,

mo che tennere e fresche site,

tiempo è cogliere mo le rose,

zetellucce belle e cianciose.

 

20 febbraio 2007

Lorenzo de' Medici, Canti carnascialeschi

Trionfo di Bacco e Arianna
 

Quant'è bella giovinezza

che si fugge tuttavia!

Chi vuol esser lieto sia:

di doman non c'è certezza.

Quest'è Bacco e Arianna,

belli e l'un dell'altro ardenti:

perché il tempo fugge e 'nganna,

sempre insieme stan contenti.

Queste ninfe e altre genti

sono allegre tuttavia.

Chi vuol esser lieto sia:

di doman non c'è certezza.

Questi lieti satiretti

delle ninfe innamorati

per caverne e per boschetti

han lor posto cento agguati:

or da Bacco riscaldati,

ballon, salton tuttavia.

Chi vuol esser lieto sia:

di doman non c'è certezza.

Queste ninfe anche hanno caro

da lor essere ingannate:

non può far a Amor riparo

se non gente rozze e 'ngrate.

Ora insieme mescolate

suonan, canton tuttavia.

Chi vuol esser lieto sia:

di doman non c'è certezza.

Questa soma che vien drieto

sopra l'asino, è Sileno:

così vecchio è ebbro e lieto,

già di carne e d'anni pieno:

se non può star zitto, almeno

ride e gode tuttavia.

Chi vuol esser lieto sia:

di doman non c'è certezza.

Mida vien drieto a costoro:

ciò che tocca, oro diventa.

E che giova aver tesoro

s'altri poi non si contenta?

Che dolcezza vuoi che senta

chi ha sete tuttavia.

Chi vuol esser lieto sia:

di doman non c'è certezza.

Ciascun apra ben gli orecchi:

di doman nessun si paschi:

oggi siàn, giovani e vecchi,

lieti ognun, femmine e maschi:

ogni tristo pensier caschi;

facciam festa tuttavia.

Chi vuol esser lieto sia:

di doman non c'è certezza.

Donne e giovinetti amanti,

viva Bacco e viva Amore!

Ciascun suoni, balli e canti!

Arda di dolcezza il core!

Non fatica, non dolore!

Ciò c'ha a esser, convien sia.

Chi vuol esser lieto sia:

di doman non c'è certezza.

19 febbraio 2007

Folgòre da San Gimignano, Sonetti dei mesi


Di febbraio
 

E di febbraio vi dono bella caccia

di cervi, cavrïuoli e di cinghiari,

corte gonnelle con grossi calzari,

e compagnia che vi diletti e piaccia;

can da guinzagli e segugi da traccia,

e le borse fornite di danari,

ad onta degli scarsi e degli avari,

o chi di questo vi dà briga e 'mpaccia;

e la sera tornar co' vostri fanti

carcati della molta selvaggina,

avendo gioia ed allegrezza e canti;

far trar del vino e fummar la cucina,

e fin al primo sonno star razzanti;

e poi posar infino alla mattina.

 

16 febbraio 2007

Pablo Neruda, Poesie


XIX


 

Bimba bruna e flessuosa, il sole che fa la frutta,

quello che riempie il grano, quello che piega le alghe,

ha fatto il tuo corpo allegro, i tuoi occhi luminosi

e la tua bocca che ha il sorriso dell'acqua.

 

Un sole nero e ansioso si attorciglia alle matasse

della tua nera chioma, quando allunghi le braccia.

Tu giochi con il sole come un ruscello

e lui ti lascia negli occhi due piccoli stagni scuri.

 

Bimba bruna e flessuosa, nulla mi avvicina a te.

Tutto da te mi allontana, come dal mezzogiorno.

Sei la delirante gioventù dell'ape,

l'ebbrezza dell'onda, la forza della spiga.

 

Eppure il mio cuore cupo ti cerca,

e amo il tuo corpo allegro, la tua voce disinvolta e sottile.

Farfalla bruna dolce e definitiva

come il campo di grano e il sole, il papavero e l'acqua.

 

15 febbraio 2007

Eugenio Montale, Ossi di seppia


Tentava la vostra mano la tastiera,

i vostri occhi leggevano sul foglio

gl'impossibili segni; e franto era

ogni accordo come una voce di cordoglio.

 

Compresi che tutto, intorno, s'inteneriva

in vedervi inceppata inerme ignara

del linguaggio più vostro: ne bruiva

oltre i vetri socchiusi la marina chiara.

 

Passò nel riquadro azzurro una fugace danza

di farfalle; una fronda si scrollò nel sole.

Nessuna cosa prossima trovava le sue parole,

ed era mia, era nostra, la vostra dolce ignoranza.

 

14 febbraio 2007

Dante Alighieri, Inferno


Canto V (100 - 106)

 

Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende

prese costui della bella persona

che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.

 

Amor, ch'a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m'abbandona.

 

Amor condusse noi ad una morte.

13 febbraio 2007

William Shakespeare, Sonetti


28

 

Quanto spesso, quando tu, mia musica, musica esegui

su quei beati legnetti il cui moto risuona

sotto le tue dolci dita, mentre gentile governi

l'armonia delle corde che il mio orecchio incanta,

quanto invidio quei salterelli che agili balzano

a baciarti il tenero incavo della mano,

mentre le povere mie  labbra, cui spetterebbe tale raccolto,

all'ardire dei legnetti arrossiscono al tuo fianco.

Per essere così vellicate, scambierebbero stato

e posto con quelle danzanti schegge

su cui vanno le tue dita con gentile passo,

rendendo i morti legni più felici di labbra vive.

Poiché quegli sfacciati salterelli hanno tale fortuna,

dà loro le tue dita, e a me le tue labbra da baciare.

 

12 febbraio 2007

Francesco Petrarca, Canzoniere


LXI

 

Benedetto sia 'l giorno, e 'l mese, e l'anno,

e la stagione, e 'l tempo, e l'ora, e 'l punto,

e 'l bel paese, e 'l loco ov'io fui giunto

da' duo begli occhi che legato m'ànno;

 

e benedetto il primo dolce affanno

ch'io ebbi ad essere con Amor congiunto,

e l'arco, e le saette ond'io fui punto,

 e le piaghe che 'nfin al cor mi vanno.

 

Benedette le voci tante ch'io,

chiamando il nome di mia Donna , ò sparte,

e i sospiri, e le lagrime, e 'l desio;

 

e benedette sian tutte le carte

ov'io fama l'acquisto, e 'l pensier mio,

ch'è sol di lei, sì ch'altra non v'à parte.

 

8 febbraio 2007

Catullo

 

Tu vuoi sapere, o Lesbia, quanti baci

mi siano necessari per saziarmene.

Quanti sono i granelli della sabbia

a Cirene fiorente di laserpizi, fra l'ara

dell'infuocato Giove, e dell'antico Batto

la tomba sacra, oppure quante sono le stelle

che quando è più silenziosa la notte

stanno a guardare gli amori furtivi

degli uomini: tu devi con tanti baci baciarmi

che il tuo folle Catullo ne sia sazio

tanti che un invidioso non li possa contare

né mandare il malocchio con la lingua forcuta.

 

7 febbraio 2007

Saffo

 

Come violento sui monti

scuote le querce il vento,

così Amore ha travolto

l'anima mia, la ragione.

 

Anacreonte

Crudele fabbro, Amore, mi ha scagliato
l'ascia di nuovo,
e mi ha tuffato in un torrente gelido.

E io amo e non amo
e più non so se la mia mente è mia
o non sono più in me
.

 

6 febbraio 2007

 José Martí

 

La rosa bianca

 

Coltivo una rosa bianca,

sia pur nell'avversa stagione,

per l'anima buona, che pone

nella mia la sua mano franca.

 

Ma per colui che mi abbranca

dal petto il cuore mio vivo,

né cardo né ortica coltivo:

coltivo una rosa bianca.

 

5 febbraio 2007

Giuseppe Ungaretti, Il dolore

 

Non gridate più

 

Cessate di uccidere i morti,

non gridate più, non gridate

se li volete ancora udire,

se sperate di non perire.

Hanno l'impercettibile sussurro,

non fanno più rumore

del crescere dell'erba

lieta dove non passa l'uomo.

 

2 febbraio 2007

Gabriele D'Annunzio, Alcyone

Le stirpi canore

I miei carmi son prole

delle foreste,

altri dell'onde,

altre delle arene,

altri del Sole,

altri del vento Argèste.

Le mie parole

sono profonde

come le radici

terrene,

altre serene

come i firmamenti,

fervide come le vene

degli adolescenti,

ispide come i dumi,

confuse come i fiumi

confusi,

nette come i cristalli

del monte,

tremule come le fronde

del pioppo,

tumide come le narici

dei cavalli

a galoppo,

labili come i profumi

diffusi,

vergini come i calici

appena schiusi,

notturne come le rugiade

dei cieli,

funebri come gli asfodeli

dell'Ade,

pieghevoli come i salici

dello stagno,

tenui come i teli

che fra due steli

tesse il ragno.

 

1 febbraio 2007

Corrado Govoni, Canzoni a bocca chiusa

Dentro la pioggia di Febbraio

In questa calma pioggia di Febbraio

vedo tremare già l'erba verdognola

col suo vento leggiero come un fumo

sento picchiare i cori delle rane

e filare la nota melodiosa

dal suo flauto di vecchia bava il rospo:

tra pausa e pausa come un fiore vuoto

nella fedele trama odo la voce

del cuculo che chiama amore e morte.