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FRA' GIOACCHINO

   "Che giornata splendida!", disse Antonietta mentre spalancava la finestra della sua cameretta. Il cielo era terso e l'aria frizzante in quel mattino di giugno, e una gazza le augurò il buongiorno spostandosi rapida da un albero all'altro. Antonietta s'attardò ad ascoltare il silenzio che circondava la casa, costruita ai margini di un bosco. Poi scese in cucina, dove la nonna sessantenne le stava già preparando la colazione. La ragazzina le si avvicinò, le dette un bacio e le chiese come stava. La nonna le rispose con una voce profonda, da uomo. Antonietta, stupita, volle sapere dalla nonna perché aveva parlato in quel modo e lei, usando la sua vera voce,da donna, disse soltanto: "Fra' Gioacchino" e non aggiunse altro."Antonietta" di Piera Menna

   Antonietta, impaurita, corse dalla madre e le raccontò l'accaduto. La madre non dette importanza al racconto della figlia e le spiegò che probabilmente aveva fatto un sogno. La ragazzina non si convinse, rimase turbata e per tutto quel giorno evitò di trovarsi da sola con la nonna.

   Nel pomeriggio, Marco, cugino di Antonietta e nipote di  Elisabetta, decise di andare a prendere un po' di salsiccia, che la nonna teneva nella credenza. Mentre Elisabetta era alla fontana a prendere l'acqua, Marco entrò in cucina, salì su una sedia e prese un bel pezzo di salsiccia. Per la fretta, il bambino lasciò aperta la porta dello stipo, perciò quando Elisabetta tornò s'accorse subito del furto e capì anche chi era il ladro. Andò di corsa a cercare Marco, che se ne stava buono buono dietro al pollaio a mangiare il bottino. Appena vide la nonna con gli occhi pieni di rabbia e con la mano armata di bastone, fuggì via, sicuro di non poter essere raggiunto. Ma la nonna correva come se avesse avuto trent'anni, acchiappò subito il bambino e lo punì a dovere. Marco raccontò poi al padre ciò che gli era successo, ma non fu creduto.
"Fra' Gioacchino" di Piera Menna

Man mano che i giorni passavano, nonna Elisabetta diventava sempre più strana: cambiava voce continuamente; preannunciava gli eventi futuri; si preoccupava del marito che stava in America, dicendo di "sentire" che stava poco bene. I figli e la gente del luogo vollero che spiegasse il suo strano comportamento ed Elisabetta confessò di essere la reincarnazione di un monaco di un paese vicino.

   Questo monaco, chiamato fra' Gioacchino, era morto tempo addietro a soli trent'anni e la sua anima si era trasferita nel corpo della donna. Elisabetta parlava spesso con il frate, che le consigliava cosa cucinare, cosa mangiare, dove andare e soprattutto da chi non andare.
  

Fra' Gioacchino ed Elisabetta convissero per molti anni fino alla morte della donna, che avvenne all'età di ottant'anni. Prima di morire, consigliò alla figlia Concetta di cambiare casa al più presto, altrimenti le sarebbe accaduta una disgrazia. Dopo la morte della madre, Concetta si trasferì in un'altra abitazione. Non passò una settimana e la sua vecchia casa, inspiegabilmente, crollò.
  

La gente del paese ora crede che l'anima di fra' Gioacchino sia entrata nel corpo di un'altra persona e che anche a questa abbia donato l'energia dei trent'anni.