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               CHICHIBIO E LA GRU                   

 

Dalla quarta novella della sesta giornata del Decamerone di G. Boccaccio

 

Personaggi:

 

ARALDO  
1° GIULLARE  
II° GIULLARE  
CHICHIBIO cuoco
CURRADO nobile fiorentino
BRUNETTA fidanzata di Chichibio
CIACCO servo di Currado

 

ARALDO
(entra in scena suonando un tamburo)

Udite! Udite!
Davanti ai vostri occhi
il Medioevo appare
coi giullari e i giocolieri
i musici e i trovatori
con i servi ed i signori
le popolane e gl'imperatori.
C'è chi si diletta
a caccia col falcone
e chi trovar non può
neanche un boccone.
Ma allora come oggi
a far girare il motore
son sempre l'arguzia
il cibo e l'amore

 

1° GIULLARE

Messere Boccaccio scrive in un racconto
che viveva a Firenze nel Trecento
un certo Currado Gianfigliazzi
padrone di terreni e di palazzi.

(voce dal pubblico "Viat'a isso!").

2° GIULLARE

Convien che qui or non si taccia
come egli fosse amante della caccia
ed invitasse a pranzo mane e sera
di amici e conoscenti una gran schiera.

(voce dal pubblico "E sa c'abboffate!").

1° GIULLARE

Al suo servizio avea un bravo cuoco
che disperar lo facea non poco
Chichibio lo nomavan in quel paese
e d'origine fors'era Casalborese.

1° E 2° GIULLARE

Quel che avvenne un giorno or vi narriamo
e senza indugio nella cucina ci infiliamo.

 

SCENA  PRIMA

La cucina della nobile casa di Currado, dove Chichibio sta preparando una pietanza e recita e canta in dialetto dei versi medioevali.

CURRADO        (grida prima di entrare in scena) Chichibio !

CHICHIBIO         ( spaventato) Chi è?

CURRADO         Chichibio!

CHICHIBIO        Sto qua! Che è succiesso?

 CURRADO       Chichibio!                 

CHICHIBIO        Io sto qua !. Si nun trasiti, nun me vediti.

CURRADO        (entra in scena) Eccoti ! Finalmente ti ho trovato.

CHICHIBIO        Io so stato sempre qua,

CURRADO         (si piazza al centro del palcoscenico e mette il petto in fuori )

       Guarda il tuo padrone.

CHICHIBIO      (girandogli intorno) Siti proprio bello!

CURRADO        Non è la bellezza che conta, ma il valore. Tu hai davanti a te il più bravo,

      il più ( Chichibio fa dei gesti per dire che è pazzo) abile, il più

     (Chichibio continua a mimare ) grande cacciatore di Firenze e dintorni.

CHICHIBIO       Vui siti nu mostro. ..de bravura.

CURRADO        Nessuno è più in gamba di me !

CHICHIBIO      Puro quill' ato cacciatore amico vuosto dice semp' accussì !

CURRADO        (mostrando la gru) Guarda ! Non è una meraviglia?

CHICHIBIO     Che cosa? Io nun vedo nienti.

CURRADO        Questa. (sbatte la gru sul viso di Chichibio.)

CHICHIBIO      (indietreggiando) Oh Gesù ! E che d'.è ?

CURRADO        Come cos'è…non la riconosci?

CHICHIBIO      A di' la verità nun me l' hanno mai presentata.

CURRADO       Questo è il più bell'uccello mai preso dall'uomo.

CHICHIBIO      Ah, è un uccello ! Me pareva nu pollastro...
CURRADO         Ma che pollastro d'Egitto. Questa è una gru.
CHICHIBIO      (con tono ironico) Una gru?
CURRADO       Una gru meravigliosa.. .che io ho avuto la fortuna di catturare...
CHICHIBIO        ( rivolto al pubblico)  E io avrò la sfortuna di cucinare...
CURRADO        Chichibio !
CHICHIBIO       (con un salto gli si mette di fronte) Sto qua!
CURRADO        Per questa sera ho invitato i miei amici a cena e voglio far mangiare
                            a 
loro la gru.
CHICHIBIO       Già lo Sapevo.
CURRADO        Preparala  bene. Mi raccomando ! (esce)
CHICHIBIO      
È 'na parola !

 

1° GIULLARE

Si mette presto all'opera il gran cuoco
con la legna nel forno accende il fuoco
spenna l'animale, l'apre, lo lava e lo riempie
di salsicce, di funghi, d'uova e di rigaglie.

2° GIULLARE

Poi lo cuce, mette il pepe e il sale fino,
il burro, il lardo, la salvia e il rosmarino.
La casseruola infila quindi nel forno
e subito un bell'odore si spande intorno.

1° E 2° GIULLARE

Lo sente la Brunetta, da Chichibio amata
ed eccola che in cucina è già arrivata.

SCENA SECONDA

BRUNETTA       Chichi
CHICHIBIO       Chi, …chi… mi vuole?
BRUNETTA       Chichi !  Sono io, Brunetta. Aprimi!
CHICHIBIO        (eccitato ) Oh Brunetta. Sei tu? Aspetta un momento. Vengo subito.
BRUNETTA       Chichi, perché mi fai aspettare tanto?
CHICHIBIO       Ho la gru sul fuoco. Eccomi! Entra.
BRUNETTA      Chichi, che piacere vederti. Come stai bene.
CHICHIBIO      Me paro nu fungo.
BRUNETTA     Avevo tanta voglia di stare un po' con te.
CHICHIBIO       Puro io.
BRUNETTA      Ma cosa stai cucinando? Sento un odorino.
CHICHIBIO      Nel forno ci tengo l'uccello più bello del mondo.
BRUNETTA      Me   lo fai vedere?
CHICHIBIO      Solo vedere. ( esce e rientra subito con una  teglia) Guarda!
BRUNETTA      Ma che cos’è?
CHICHIBIO       (imitando Currado ) Come, non la riconosci? E' una gru.
BRUNETTA      Una gru?
CHICHIBIO       Sì, una gru, ( cantano e ballano ) una gru una gru ,una gru una gru
                           una gru una gru, una gru gru gru gru.
BRUNETTA     Dev' essere saporitissima. Me ne dai un poco?
CHICHIBIO      (al pubblico) Lu sapeva io che  iev'a finisce accussì.
                          (a Brunetta ) Non posso, cara. La dovrò servire più tardi al padrone e
                          ai suoi amici.
BRUNETTA       Ma solo un pezzetto…la coscia…Non se ne accorgerà nessuno.
CHICHIBIO       Nun se n' accuorgeno? Quilli stanno cu cert' uocchi accussì ( mima ).
                           Brunetta non insistere. Non è possibile.
BRUNETTA      (suadente) Chichi... e pensare che avevo tanta voglia di darti un bacio.
CHICHIBIO       Un bacio? Tu a me?
BRUNETTA      (fa cenno di sì)
CHICHIBIO      Mi sento male. ( si avvicina e tenta di baciarla)
BRUNETTA      (lo respinge ) Se mi dai una coscia della gru...
CHICHIBIO       (rivolto al pubblico) Diciteme vui c' agghia fa…ce la davo?
                            E va bene, Brunetta, i.tuoi argcmenti mi hanno convinto. Sono pronto a      
                            subire qualsiasi castigo. (al pubblico) Egghio passato nu guaio!
                            (esce e rientra mostrando una coscia della gru ) Eccoti le più bella coscia della
                            gru. E damme 'ssu vaso...
BRUNETTA      (lo bacia sulla guancia e scappa via)
CHICHIBIO      ( la rincorre,  poi desiste ) La gru se brucia. ( preoccupato) E mo?
                           Che ce putesse mette? 'Na cossa de tacchino? E addò la pigghio?
                           A quilli tiempi ancora nun se cunuscevano. (carezzandosi il viso)
                           ’Stu vaso me custarrà caro.

SCENA TERZA

CURRADO       (dall’esterno, gridando) CHICHIBIO!
CHICHIBIO       Lo  vi’ llò, lo vi’! Mo vene lu bello!
CURRADO        (entrando) CHICHIBIO, è pronta la gru?
CHICHIBIO       Sì, sì!
CURRADO        Che odorino. Me la voglio spolpare tutta quanta: prima un'ala, poi una coscia; 
                           poi l' altra ala, poi l'altra…
CHICHIBIO       (interrompendolo) E pò basta. Ve pò fa male. Quella, la gru, mica è nu passero.
                           Me pare nu purciello.
CURRADO        Chichibio, non farmi perdere tempo. Gli amici aspettano. Preparala sul
                            vassoio; voglio essere io stesso a servirla in tavola.
CHICHIBIO       Faccio in un attimo.
CURRADO        Ma  io sento un altro odore oltre a quello della gru…un profumo intenso…
CHICHIBIO         Ci ho messo un po' di nepeta.
CURRADO        No,  non è profumo di erba. Questa è acqua di colonia.
CHICHIBIO       Teniti nu naso fino. La gru è pronta. La potete servire. Buon appetito!
CURRADO         Hai fatto un ottimo lavoro. Bravo Chichibio! (gli dà una manata sulle spalle).
CHICHIBIO        (lamentandosi) Ahél E quesso è sulo pe’ cumplimento...figuramoce doppo.
                             pover' a mme.l... Vulesse squagghià.
CURRADO         (dall’esterno, gridando) Chichibio! Chichibio!
CHICHIBIO        (al pubblico) Mo m'ammuccio dint'a lu furno.
CURRADO         Cuoco della malora, dove sei?

CHICHIBIO        (saltandogli  davanti) Sto qua!

CURRADO         Ed hai il coraggio di stare ancora qua?

CHICHIBIO       E pecché? Addò era sta?

CURRADO        Dove ti manderò io adesso.

CHICHIBIO       (supp1ichevole) Padrone, io vi ho sempre servito bene. Che è stato?
CURRADO          Dimmi un po’, che fine ha fatto la coscia della gru?

CHICHIBIO        Che fine ha fatto? Io che ne saccio? Ve l'iti mangiata!

CURRADO          Non l'abbiamo mangiata…per la semplice ragione che non c'era.

CHICHIBIO         Ma come? Io ve l' ho data. Io vi ho dato la gru cu tutta la cossa.

CURRADO          Ccn una gamba sola...

CHICHIBIO         ( ride) Ah,ah...e pecché, quanta gambe vulavati?
CURRADO          Due, quante ne tengono le gru.                         

CHICHIBIO         No. Vui ve sbagliatil Le gru tengono una gamba sola. L 'ha scritto puro

        Federico II nel suo trattato di caccia " De arte venandi cum avibus”.

CURRADO         Come sarebbe? Le gru hanno una gamba sola? Tu mi vuoi far credere una

                             sciocchezza simile? (si calma) Bene! Domattina verrai con me al f'iume

        a vedere le gru e se non è vero quello che affermi…con una gamba sola ci

        riduco a te. Capito? ( esce)

CHICHIBIO         Pover'a mme! Puro sciancato agghia restà. (esce saltellando su una

         gamba sola).

1° GIULLARE

Quella notte Chichibio non chiuse occhio:
avea combinato un bel papocchio;
si consolava soltanto se pensava
alla Brunetta che la guancia gli sfiorava.

2° GIULLARE

Giunse presto l'alba e senza motto
lo fece il suo padron alzar dal letto.
E mentre galoppa al suo cavallo in groppa
di fiele ne berrebbe una gran coppa.


1° E 2° GIULLARE


Ma già son giunti al fiume, andiamo fuori!
Quel che succede lo mostreran gli attori.

 

SCENA QUARTA

Sulle rive del fiume Peretola.

 

CIACCO           Padrone, venite...da qui si vedono molte gru che riposano lungo il fiume.

      (entrano in scena Currado e Chichibio)

CURRADO        Finalmente! (ironico e minaccioso insieme) Ora sapremo come sono fatte le gru.

CHICHIBIO      Ih, che piacere!

CIACCO            Guardate, là in fondo.

CURRADO        Ce ne stanno parecchie.

CHICHIBIO      (non credendo ai suoi occhi) Aveto visto bene? È come diceva io:

                           tieneno ‘na cossa sola.
CURRADO        Pare a te.    

CHICHIBIO      Guardati, guardati buono! (a Ciacco ) Pigghia nu poco 'sso binoculo.

     (al pubblico) Peccato! Nun ce steva ancora a quilli tiempi.

                           (Ai due) Appizzati l'uocchi. Vediti o no ca tieneno 'na cossa sola.
CIACCO            E’ vero.

CURRADO        (a Chichibio) Hai ragione. Ma fa’ attenzione a quello che succede ora. Pronto?

                           (batte le mani e grida) Sciò, Sciò!

CIACCO            Si sono alzate in volo. Quanto sono belle!

CURRADO        (al servo) CIACCO, quante gambe tengono?

CIACCO            Due, padrone. Adesso si vedono bene.

CURRADO         (a Chichibio) Allora...tu quante ne vedi?

CHICHIBIO      Veramente, so’ doie. Ma com’è ‘sso fatto? Prima una…po’doie...

CURRADO       E' che una zampa, quando dormono, la tengono nascosta sotto l'ala. Basta

     fare “Sciò, sciò" e la tirano fuori.

CHICHIBIO      E' bello! E vui aviti fatto" Sciò, sciò” alla gru di ieri sera?

CURRADO        No.

CHICHIBIO     E allora?... Si faciavati "Sciò, sciò" la cossa la tirava fore puro quella. (scappa

                           via)

CURRADO      Malandrino! Briccone! Se ti prendo… (lo rincorre ed esce).

 

SIPARIO

Rappresentata a Barletta nel 1986                                         Sfoglia l'album