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LE CORNE DE LA CRAPA

P

er questo gioco ci volevano almeno tre partecipanti. Il primo, la “mammarella”, non gareggiava, ma svolgeva il ruolo di arbitro, non sempre imparziale. Degli altri due, fatta la conta, chi usciva andava “sotto”, cioè poggiava il capo sulle mani della “mammarella” e si curvava a guisa di cavallo, in modo da offrire la schiena all’avversario. Costui gli saltava sulla groppa e vi rimaneva a cavalcioni.

A questo punto, la “mammarella” chiedeva: “Quanta corne tene la crapa?”. I cavaliere indicava un numero aprendo le dita di una mano e il cavallo doveva indovinare questo numero. Quando sbagliava, per esempio dicendo “due” mentre l’avversario aveva buttato “tre”, la “mammarella” cantilenava: “E si tre avissi ditto e a lu populo sia scritto e a lu populo de Natale…quanta corne tene la crapa?”. E il gioco continuava.

Il cavallo vinceva e si trasformava in cavaliere se indovinava il numero delle dita mostrate dal compagno.